La quinoa è un alimento speciale… e anche spaziale. Non solo ha delle importanti proprietà – fa parte non a caso dei cosiddetti "superfood" – ma viene pure consumata in occasioni e luoghi davvero poco comuni, per esempio nello spazio…
Mangiare in orbita
Se i film di fantascienza ci hanno abituati a immaginare gli astronauti alle prese con pillole o cibo sintetico, la realtà ci riserva oggi diverse sorprese.
Negli ultimi anni la ricerca in questo settore si è fatta sempre più avanzata e per riuscire a superare i difficili ostacoli che riguardano l'alimentazione in orbita, fra cui il tempo e le modalità di conservazione, sono state trovate soluzioni originali sia sul versante della preparazione che in quello del packaging.
Ma al di là della tecnologia messa a punto e utilizzata per far fronte ai vari problemi, bisogna innanzitutto tener conto del fatto che nello spazio solo alcuni alimenti hanno caratteristiche adeguate.
Il principale rischio riguarda la "volatilità": il cibo in orbita non deve assolutamente produrre briciole – niente biscotti o crackers! – e non ci devono essere parti che si possono staccare andando a danneggiare gli strumenti di bordo. Anche i liquidi sono problematici. La consistenza adatta a un piatto spaziale è più o meno quella di un risotto.
La ricetta di Samantha Cristoforetti
È storia recente l'impresa di Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio con il record di permanenza in un singolo volo: 199 giorni, 16 ore e 42 minuti da novembre del 2014 e marzo del 2015.
A bordo della Stazione Spaziale Internazionale, la coraggiosa astronauta è sempre rimasta in contatto con il pianeta Terra attraverso i social e i collegamenti televisivi, rivelando anche una delle sue ricette preferite fra quelle previste per la sua missione chiamata "Futura": un'insalata a base di quinoa…
Il superfood originario delle Ande ne ha fatta davvero tanta di strada!